Operazione Commando by Stewart Stephen Paul

Operazione Commando by Stewart Stephen Paul

autore:Stewart, Stephen Paul [Stewart, Stephen Paul]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


12

Quello che la fece franca

È inutile che scappi il codardo. La morte lo segue da vicino. È solo sconfiggendola che fugge il coraggioso.

Voltaire

Un importante leader talebano è la nostra Primula Rossa. È ovunque e in nessun luogo al tempo stesso. La sera ci stringiamo, illuminati dal bagliore di una sigaretta condivisa, e parliamo di lui in toni concitati. Nessuno sa nemmeno che faccia abbia.

A parte la nostra ossessione maniacale e collettiva per questo guru talebano senza volto, le nostre vite diventano in fretta un tran tran monotono, impegnate a pulire, nell’ordine, le armi, i vestiti e noi stessi.

Una mattina, mentre siamo seduti a mangiare del porridge colloso, discutiamo sul perché non ci hanno fornito una descrizione fisica completa di quello che l’esercito considera un “bersaglio di alto valore”. Conosciamo soltanto il suo nome in codice: obiettivo Run Amok.

Diamo la caccia a Run Amok e ai suoi scagnozzi ventiquattro ore al giorno, impegnando ogni minuto di veglia nella “sorveglianza”, scrutando ora dopo ora la Zona Verde, i campi di papaveri e il deserto circostante che ne morde i confini.

Gary sta tenendo banco. È un vero burlone, con un gran sorriso che gli scava delle fossette profonde nelle guance, mentre stronca i deboli tentativi culinari di un altro soldato o si vanta di essere stato eletto “papà più figo” all’asilo nido dei suoi figli. Con il passare dei giorni, le sue battute sembrano scemare.

«Che senso ha stare qui?», chiede, a nessuno in particolare. «Non ci dicono neanche che faccia ha, questo Run Amok! Potrebbe essere là fuori che passeggia, potremmo vederlo tutti i giorni e non saperlo nemmeno».

«IDF!!! IDF!!!», gridano di colpo dal sangar, a pochi metri da dove stiamo mangiando. Noi lasciamo cadere i cucchiai, afferriamo l’armatura e gli elmetti e ci precipitiamo verso la sicurezza del bunker-barra-sala TV. IDF sta per Indirect Fire, “fuoco indiretto”. In questo caso, si tratta di un attacco missilistico o di mortaio. Per noi rappresenta una delle minacce più grandi, se un colpo di mortaio atterrasse in questo campo potrebbe uccidere o ferire una mezza dozzina di uomini.

Con l’eccezione dei ragazzi nei sangar, tutti si precipitano nel bunker per ripararsi dal mortaio che fende l’aria ruotando in ogni direzione. A volte sentiamo il rumore metallico dei proiettili che atterrano, altre volte no. Dopo aver passato quindici minuti a soffocare nel bunker, resistendo alla tentazione di accasciarci sulla spalla del nostro vicino per schiacciare un sonnellino, sentiamo il grido di: «Via libera!». Usciamo diligentemente per finire di mangiare il nostro porridge ormai freddo.

Qui, nei campi di morte afghani, la vita è composta di un novantacinque percento di noia ottenebrante e un cinque percento di terrore assoluto. Un altro colpo di mortaio sorvola la mia testa atterrando a qualche centinaio di metri da me proprio nell’istante in cui raggiungo questa sconvolgente conclusione. L’attacco squarcia la pace sonnolenta del mezzo pomeriggio, durante la quale i soldati non di servizio sonnecchiano al sole che sta lentamente sbiadendo, fanno il bucato in bacinelle di metallo o stanno sdraiati all’ombra a guardare l’ultima puntata di Prison Break.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.